mercoledì 28 agosto 2019

Ogni volta che penso "non siamo felici"

A distanza di un anno la sensazione è la stessa, il rammarico non è passato e ancora stento a farmene una ragione. Dovrei dedicarmi alla contabilità della mia partita iva in questa mattina di agosto in cui il lavoro stenta a ripartire. Ma non ho voglia, e probabilmente scrivere questo messaggio sul mio inutile blog mi avvicinerà all'ora in cui devo cucinare per mia moglie e mio figlio che tornano dal mare e alla quotidianità di cui presto sentirò la mancanza. Sto esportando un lavoro. Non sono soddisfato, ma la mia soddisfazione personale passa in secondo piano, ormai troppo spesso. L'estate è trascorsa, è iniziato il festival di Venezia e ho un lavoro a cui ho lavorato in concorso. Non mi sono organizzato per andarci, l'ultimo lavoro che mi hanno proposto coincide più o meno con la proiezione. Sarà per il prossimo anno (da ormai cinque anni).
Sono passati molti progetti in questo anno, alcuni difficili, altri più semplici e lavorativamente le cose procedono e stranamente per meritrocazia e non per amicizia, anzi per amicizia ho sofferto molto.
Lavoro e amicizia non dovrebbero incontrarsi, ma passati i primi momenti e fatta l'idea che la vita è dura il mio problema principale è la contabilità che comunque non ho voglia di fare.
Mi mancano le chiacchierate a inventare mondi e storie da cui fare film o i kickstarter che non sono partiti mai. Volevo scrivere che mi mancavi, potevo scriverlo su Facebook, qualcuno avrebbe associato, avrei ricevuto i "mi piace" ma in realtà non "mi piace". Quindi? Un cazzo. Speriamo che il prossimo film sia migliore, la prossima sala mix sia più grande, il prossimo risultato più importante.